Fin dai primissimi anni di vita, il piede, organo senso-motorio, lavora in sinergia con il resto del corpo per garantire stabilità e movimento; occorre dunque dedicargli la giusta attenzione per evitare o limitare l’insorgenza di problematiche in età adulta.
A tal proposito, è consigliato consultare il podologo fin dall’infanzia per valutare l’accrescimento ed i cambiamenti podo posturali del bambino onde evitare problemi di questa importante struttura che potrebbero causare difetti di deambulazione.
Il piede, per i bambini, è soprattutto uno strumento per conoscere il terreno ed una fonte di informazione per capacità di equilibrio e deambulazione, è fondamentale che il bambino stesso scelga autonomamente il momento e lo stile di camminata, passando per il gattona mento, per poter identificare eventuali difetti di deambulazione.
È consigliabile inoltre permettere ai bambini di camminare scalzi in casa o, ancora meglio, su terreni erbosi o sabbiosi, come esercizio per rinforzare la pianta del piede, per allenare i muscoli delle gambe ed educare all’equilibrio.
Il piede del bambino è infatti una struttura in continua evoluzione e spesso i difetti che compaiono sono semplici atteggiamenti destinati a correggersi spontaneamente. Per distinguere però gli atteggiamenti naturali da quelli fisiologici, è consigliabile un consulto da un podologo pediatrico fin dai 3-4 anni di età, momento in cui si passa dall’iperlassità alla formazione dell’arco plantare come struttura stabile.
Tutti i bambini infatti alla nascita presentano un’iperlassità facilmente confusa dai genitori come piede piatto, questa infatti rimane la principale domanda posta a noi podologi in una prima visita. Bisogna pensare che alla nascita il bambino ha solo il 50% dello scheletro ossificato e, di conseguenza, i piedi sono in continua evoluzione.
Già a partire dal primo anno di età, dopo il gattona mento, il bambino va alla ricerca di un suo equilibrio instabile, nonostante l’apparente assenza dell’arco plantare. Bisogna dunque stimolare il bambino ad un corretto appoggio.
Dopo i 3-4 anni, sia se persistono apparenti atteggiamenti sbagliati sia se ciò non accade, è consigliabile un consulto podologico per valutare insieme le calzature più adatte al bambino (portando le calzature utilizzate per valutarne deformità ed usura) ed eventuali ortesi plantari da integrare ad esercizi di recupero funzionale come camminare su terreni irregolari, camminare sulle punte o sui talloni, marciare sul bordo esterno del piede, raccogliere oggetti con le dita dei piedi. Sono poi inoltre consigliati controlli periodici.
Un’altra patologia, dopo il piede piatto o presunto tale, spesso nominata in sede di una prima visita è il piede cavo, da distinguere però dalle forme patologiche diagnosticate alla nascita. Si tratta di una malformazione dell’arco plantare che fa si che il piede appoggi soprattutto su calcagno ed avampiede con una contrattura dei muscoli della gamba e del piede. La calzatura è spesso usurata sul bordo esterno ed il bambino riferisce dolore nell’avampiede, alla gamba o fatica durante le attività motorie.Il podologo può ottenere un miglioramento funzionale con ortesi plantari su misura e stretching, con relativi controlli periodici.
È fondamentale per i genitori osservare l’usura delle scarpine fin dai primissimi passi, tenere sotto controllo l’atteggiamento posturale del bambino per evitare problematiche posturali e podologiche derivanti anche da modi di sedersi sbagliati, patologie per un gattonamento errato o precoce o ancora da scoliosi, esaminare i piedi del bambino quando ha le gambe a ciondoloni, far svolgere al bambino una regolare attività motoria e consultare uno specialista anche per avere consigli su ogni dubbio.
Fondamentale è poi la scelta della calzatura che deve consentire i giusti movimenti, deve avere la suola flessibile, lunghezza adeguata (dovrebbe superare di un dito traverso l’alluce per consentire lo slittamento in avanti del piede durante il passo) ed un contrafforte solido e resistente che però non superi l’altezza dei malleoli. Un capitolo a parte meriterebbero gli altri motivi di consulta podologica come onicocriptosi, verruche platari ed onicomicosi che spesso affliggono tanto i bambini quanto gli adulti e che possono essere evitati con calzature corrette ed attenzioni quotidiane.
Perché dunque recarsi dal podologo?
Il podologo interviene sull’educazione ungueale del bambino ed in eventuali patologie che possono insorgere (verruche, unghie incarnite, piede piatto, cavo o torto congenito). Periodiche visite dal podologo e collaborazione con i genitori possono mettere in luce difetti e condizioni per i quali agire con trattamenti immediati o visite anche in collaborazione con altri specialisti. E ricordate sempre che il migliore esercizio è sempre camminare!